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domenica 13 novembre 2016

REFERENDUM: Il terrorismo della menzogna

Chiunque voglia approfondire personalmente la proposta di modifica della Costituzione, NON troverà una sola parola che attribuisca un minimo di incremento del potere del Presidente del Consiglio dei Ministri o del Governo, per cui quando si sente qualcuno parlare del rischio di  DERIVA AUTORITARIA, si sta ascoltando solamente una menzogna fatta circolare per allarmare gli elettori. Ricordiamoci che durante il confronto tra Zagrebeski e Renzi, quest’ultimo ha chiesto più volte al ‘costituzionalista’ di citare l’articolo della riforma che dovrebbe favorire tale ‘deriva’, ma non è arrivata alcuna risposta!
È una menzogna anche la ‘teoria’ di stravolgimento della nostra Costituzione, poiché si sostiene che vengono ‘cambiati’ 47 Articoli. La verità è che, a parte le modifiche riguardanti l’art. 70 e qualche altro, che disegnano il nuovo Parlamento, ci sono tantissimi articoli che vengono ‘ritoccati’ per adeguare il nuovo testo al cambiamento sostanziale riguardante la formazione delle Leggi o miglioramenti delle garanzie. Un esempio:  gli Articoli 48-67-69-73-74-78-79-80-81-86-87-88-94-96-97-114-118-122-132 hanno richiesto la modifica in quanto, laddove nel testo originale si parla di Parlamento o di Senato, si è reso necessario specificare ‘Camera dei Deputati’, oppure eliminare dal nuovo testo la parola ‘Province’ per sancirne la cancellazione. Poi ci sono articoli che non si possono non condividere in quanto sanciscono il riferimento al Regolamento della Camera o fissano garanzie riguardanti i diritti delle minoranze o l’obbligo dei membri del governo di ‘assistenza’ alle sedute della Camera dei Deputati (Artt. 60-63-64), o la soppressione del CNEL (Art. 99) o disciplinare i pareri del Senato (Art. 126) o fissare il limite agli emolumenti dei consiglieri regionali (Art. 122).
ATTENZIONE, pertanto, alle tante spudorate menzogne. La tattica è quella di allarmare l’elettore e fargli TEMERE un cambiamento che può solo MIGLIORARE l’efficienza dello Stato e promuovere il processo di riduzione dei costi della politica che, se non avviati con l’occasione che ci viene offerta, difficilmente saranno riproposti a breve scadenza.


Nip

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