Visualizzazioni totali

domenica 6 ottobre 2019

Il coraggio di "rimanere".


Non ci sono dubbi sulle capacità dialettiche di Renzi né sui positivi risultati ottenuti da alcuni provvedimenti emanati dal Governo da lui presieduto. Il guaio è che la mania di protagonismo gli ha fatto commettere errori colossali che ancora oggi paghiamo amaramente. Mi riferisco all'ostinazione sul referendum testardamente confermato con la formula "o tutto o niente": la maggioranza schiacciante lo ha bocciato rifiutando la riforma elettorale ed ora ci teniamo (chissà per quanto tempo ancora) Province, CNEL e bicameralismo. Ora Renzi tenta di riproporsi come protagonista dopo la "scissione" e ritorna a sbandierare proclami, facendo intendere di voler condurre il nuovo soggetto politico ad un successo a "doppia cifra". Ci riuscirà? Mi sembra poco probabile, e non solo perché rimarcato dai sondaggi negativi, ma soprattutto perché la sua decisione non differisce molto da quella di D'Alema, Bersani, Speranza ed altri che avevano deciso di abbandonare per aver perso potere. Si sa che tale è l'inguaribile patologia della sinistra che tutto sa fare tranne mantenere l'unità ed accettare la "leadership" di chi si dimostra più convincente. Staremo a vedere. Se gli elettori cominciassero a penalizzare più severamente coloro che "escono" ed a premiare chi ha il coraggio di "rimanere" anche se non riesce a dominare, probabilmente in futuro ci sarebbero meno "scissioni".
Nip


Nessun commento:

Posta un commento