Un’indagine guidata dall’Università Australiana del Queensland, pubblicata sulla rivista scientifica Nature, indica le potenzialità di almeno 34 tipi di alghe marine facilmente coltivabili senza il dispendio delle energie necessarie alle tradizionali produzioni agricole.
Tale innovazione è destinata a fornire elementi nutritivi per l’uomo, mangimi per gli animali, carburanti ecologici e fibre vegetali utilizzabili come materie prime industriali.
La prospettiva è sensazionale, soprattutto perché le energie necessarie alla coltivazione di milioni di ettari di oceano sono infinitesimali rispetto a quelle campestri, con enormi vantaggi per la sostenibilità globale.
Nip
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