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giovedì 27 ottobre 2016

Il crollo delle case antisismiche

L’Italia continua a tremare. Questa volta il preavviso ha limitato i danni alle persone, ma altri crolli si aggiungono alle pesanti perdite di patrimonio storico. Ora si parla di ricostruzione e si riflette sui crolli che hanno interessato qualche edificio reso non completamente “antisismico”. Chissà se emergeranno elementi dai quali si apprenderà che qualcuno ha ceduto alla tentazione di maggiori illeciti guadagni, qualche tecnico ha omesso di controllare, qualche altro ha chiuso un occhio,  e chi più ne ha più ne metta.
Intanto si scopre che proprio qualche giorno fa  (21.10.2016) un terremoto di magnitudo 6.2 e cioè più forte di quelli che hanno devastato ultimamente il centro della penisola, ha colpito il Giappone provocando solo qualche ferito e nessun crollo.
Ma allora, se si parla di ricostruzione e di ‘casa Italia’, chi ci assicura che i lavori che saranno effettuati garantiranno il sicuro adeguamento antisismico? Non conviene, prima ancora di far partire il progetto di “consolidamento”, varare una serie di misure veramente efficaci per scongiurare l’ennesimo assalto ai finanziamenti?
Se non si lasciano intuire rischi di pene severissime (con interdizione perpetua da tutte le gare o appalti e subappalti, nonché da direzione e controllo dei lavori) e di confische da lasciare veramente sul lastrico, rischiamo di ritrovarci con edifici dalle facciate sfolgoranti che coprono strutture fatte di cemento “come colla” e di pilastri che cedono al primo tremore.


Nip

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