Quando nel 1967 Jocelyn
Bell scoprì la prima 'pulsar' (stella di neutroni che emette segnali radio ad
intermittenza regolare) era una giovane studentessa di Cambridge, allieva del
prof. Antony Hewish al quale poi andò il Nobel per la fisica. La studiosa non
manifestò alcun risentimento, ma solo soddisfazione per il successo della propria
scoperta. Successivamente il mondo scientifico le riconobbe gli eccezionali
meriti assegnandole diversi premi, ultimo dei quali lo «Special Breakthrough
Prize» che vale tre milioni di dollari (l'equivalente di tre Nobel). Lei decide
di devolvere l’importo del premio all’Institute of Physics di Londra per
finanziare borse di dottorato di ricerca destinate a giovani che dimostrano di
possedere talento ma non hanno disponibilità economiche. Una tale notizia dovrebbe
dominare a caratteri cubitali le prime pagine dei giornali ed oscurare tutte le
nefandezze che quotidianamente ci avvelenano
l'umore.
Nip
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