Un recente studio internazionale, al quale ha fornito un contributo anche la ricercatrice italiana Giulia Sguazzi, ha consentito di identificare le tracce microbiche lasciate sui vestiti da microorganismi diffusi dalla persona che li indossa.
Tali elementi conservano la loro riconoscibilità anche per periodi superiori ai 180 giorni e possono comprovare l’identità del soggetto con assoluta certezza per la loro “unicità” inconfondibile.
Tempi duri per i fuorilegge che commettono crimini. Oltre alle impronte digitali ed alle molecole di DNA, ora è possibile produrre prove aggiuntive per rendere ancora più efficaci le indagini giudiziarie.
Nip

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