Lettera aperta a Enrico LETTA
Non è difficile comprendere lo
stato d’animo di chi ha dovuto lasciare il
più prestigioso incarico politico per essere rimpiazzato da un Premier che
appartiene allo stesso partito. Le stesse punzecchiature sullo ”…stai sereno” hanno certamente
contribuito ad accrescere un disagio che giustifica ampiamente il gelo
percepito durante il passaggio di consegne. Si può essere certi che anche nel
delicato periodo del “post annuncio” o “post conferenza multimediale” un prolungamento
del tempo di riflessione possa risultare
del tutto comprensibile. Ma poi?
Non ci vorrà molto per capire se
Renzi possa vincere qualche scommessa, per cui è bene pensare al superamento
del disagio ed alla chiusura positiva del “periodo di riflessione”, e tutto ciò,
sia nel caso del prodigioso successo che
tutti ci auguriamo, sia in caso di un totale fallimento delle sfide lanciate
con un coraggio che, però, può essere solo definito “straordinario”.
Accettare la sconfitta è un
atteggiamento di grande saggezza. Quando lo si comprende, si evita la penosa
umiliazione dell’evidenza che si fa
sferza e colpisce duramente. Se Bersani avesse accettato la sconfitta la sera
stessa delle elezioni, tutti avremmo fatto una figura migliore. Lo dico io che
l’ho votato alle primarie e ricordo perfettamente l’atteggiamento dignitoso tenuto
allora dal perdente Renzi.
Il cambio di passo era necessario
e non si poteva tentare che con quest’ultimo cambiamento. Renzi avrebbe dovuto
ricevere la legittimazione delle urne? Ma con quale legge elettorale?
E allora, prendiamoci il gusto di
provare questa carta sperando che una ventata di dinamismo riesca davvero a
smuovere le acque stagnanti di una politica che aveva ed ha ancora un disperato
bisogno di riavvicinarsi ai cittadini.
Chiudiamolo questo periodo di
riflessione, che quando le riflessioni diventano toppo lunghe non riescono più
a seguire il vento della saggezza!
Nip
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