L’assenteismo dei vigili romani
ha riempito i notiziari con i più disparati commenti. Tutti parlano di quella schiacciante
maggioranza che, per motivi vari, ha
disertato il lavoro. Mi sembra di non aver letto né udito alcunché riguardo a
quel 17% di persone che hanno ottemperato al loro dovere assicurando il
servizio. Mi si dirà che la correttezza non può meritare gli onori della cronaca. Trattandosi di prestazioni dovute, non
potevano che rientrare nell’ambito della normalità. Giusto, ma l’idea che una così ridotta
percentuale di persone si sia fatta carico di tutte le straordinarie fatiche scaturenti
da un servizio prevedibilmente complesso per la nottata di Capodanno, ed
ulteriormente complicato dal fioccare delle assenze, mi ispirava una certa commiserazione. Quando captai la
notizia di un leader (non) politico che
si schierava a difesa dei “lavoratori” dipendenti, ho creduto si trattasse di un
elogio che la mia debole fantasia aveva immaginato potesse essere formulato in
favore di quella sparuta minoranza di “normali”. Mi ero ingannato, poiché la
difesa riguardava quell’altro 83%, arrotondato per difetto! Per quei pochi (finché
ce ne saranno) va bene il silenzio, e forse va anche usato per loro un termine
diverso, visto che non possono nemmeno essere considerati “normali”.
Nip
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