La “teoria delle code” è stata
elaborata agli albori del secolo scorso da un matematico danese incaricato di
risolvere il problema delle attese che si verificavano nell’accesso alle
chiamate telefoniche, un tempo smistate manualmente. L’applicazione del metodo
matematico ai flussi di persone, merci, veicoli e dati della società moderna ha
dimostrato che la riduzione dei tempi di attesa è possibile solo se lo
smaltimento ordinato della “coda” consente di ripartire equamente i ritardi,
gli intoppi e gli imprevisti che si possono verificare nei diversi “sportelli”
o “varchi d’uscita” . Con modalità diverse, il metodo ha cominciato a trovare
applicazione in molti settori (uffici vari, farmacie, enti), ma pare si pensi
anche ai punti vendita con un certo numero di casse di pagamento. Forse un
giorno vedremo al supermercato un unico incolonnamento di clienti che, a turno,
defluiscono verso le casse libere, ma dubito che a livello psicologico si possa
percepire l’eventuale “snellimento” dell’attesa che rimarrebbe comunque inevitabile
e “noiosa”, soprattutto per coloro che avranno sempre meno possibilità di
“intrufolarsi”.
Nip
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