Non trovando un vocabolo più
adeguato, mi permetto di definire “coffelandinismo” quell’atteggiamento
ostinato di chi si rifiuta di riconoscere i segnali positivi che cominciano a
rischiarare l’italico orizzonte.
Non è opportuno usare il termine
“rifiutismo”, che ormai descrive la tendenza dell’uomo moderno a sfogare il
diffuso bisogno di “avere”, nell’accumulo esagerato di prodotti che finiscono
in discarica in tempi sempre più brevi. Quanto al “negazionismo”, non si può
contaminare il termine, considerato che ormai è esclusivamente legato al
concetto di ottuso rifiuto di riconoscere l’Olocausto.
Ritengo che non si debbano
nemmeno scomodare concetti legati alla condizione dei chiechi-sordi,
considerati i destini di coloro che, pur dimostrandosi capaci di riconoscere i
fenomeni che li circondano mediante il potenziato uso degli organi
“vicarianti”, devono fare i conti con un’esistenza a dir poco drammatica.
Cofferati e Landini, però, godono
della piena funzionalità di tutti i sensi, ma non posseggono la capacità di
riconoscere i segnali positivi che li stanno “sommergendo”. Qualche giorno fa
Cofferati ha ripetutamente dichiarato alla sua intervistatrice che i dati
sull’occupazione sono falsi in quanto non si tratta di nuovi posti di lavoro,
ma di “trasformazioni”. Cose molto simili continua a sbraitare Landini,
contestando qualsiasi dato pubblicato da qualsivoglia Ente o Organizzazione.
Oggi sono stati pubblicati i dati
INPS sull’occupazione e le precisazioni sono state espresse con dovizia di
particolari dai quali emerge che il bilancio
positivo sui posti di lavoro supera nettamente il mezzo milione (più
della metà di quelli che un tempo prometteva qualcuno, ma che questa volta pare
si possano veramente raggiungere).
Chissà cosa dichiareranno
Cofferati e Landini, alla luce dei nuovi dati?
Non mi meraviglierei se il primo
dicesse: “…ma non è vero…” ed il secondo, alzando il tono della voce,
pronunciasse il suo solito “…ma cosa stai dicendo?...”, per mantenere fede al
“coffelandinismo”, appunto!
Nip
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